mercoledì 22 dicembre 2010

BELLEZZA


Quando si comincia a standardizzare il concetto di bellezza...
Quando non siamo più in grado di far diventare un difetto una particolarità tipica dell'individuo, uomo o donna che sia...
Quando le persone ricercano determinati canoni per evidenziarsi nella collettività...
Quando tutto questo serve a non essere emarginati nell'attuale società ecco che si perde il concetto di bellezza, di pensiero, di idee.
Il fine ultimo è raggiungere lo scopo: essere fra i cloni, quello più standard, premiando tali componenti si diventa inevitabilmente frutto di parametri comuni...
La bellezza è soggettiva ed alberga negl'okki dell'osservatore lasciandolo libero di spaziare nella sua mente tutte le varianti che fanno apprezzare tali particolarità.
Se nella società viene premiato uno standard di bellezza, si crea un declino di quel che sono i gusti personali, con la conseguenza inevitabile di una nevrosi collettiva finalizzata al raggiungimento di parametri fitizzi e quantomeno simili se non uguali.
Descrivere a terzi i propri gusti senza ricercare un consenso positivo, amplierebbe ottiche a riguardo, un artista e la sua opera sono l'esempio lampante di quel che cerco di descrivere.
L'artista vede nel blocco di marmo quel che alla nostra mente è nascosto, il suo lavoro è "solo" portare alla luce quel che era sepolto dal materiale in eccesso, la sua opera sarà per lui il frutto delle sue sensazioni, il risveglio di sensi non comuni ma estremamente personali.
L'osservare tale opera regala sensazioni diverse a seconda dell'individuo e del suo trascorso, culturalmente abbiamo una crescita interna con la conseguente possibilità di confronto.
L'artista a questo non pensa al momento della creazione di tale opera, non si cura minimamente del pensiero altrui ma vive la costruzione della sua opera in modo estremamente personale riversando in essa emozioni personali che possono emergere o no a l'eventuale futuro osservatore.

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